martedì 2 settembre 2014

CERRETO GUIDI: MA CHI E' SANTI SACCENTI?

La nostra stupendissima e freschissima Agenzia Cecconi Immobiliare- chi non è ancora venuto a trovarci... lo faccia! - è situata in pieno centro storico a Cerreto Guidi, in una via che ha un nome un po' buffo, quasi 'filastroccoso': via Santi Saccenti. Chissà quante persone la nominano e la conoscono, eppure molte di loro non saprebbero spiegarsi chi o cosa caspita sia questo Santi Saccenti.
Proviamo dunque a rimediare noi....il poeta Giovan Santi Saccenti nacque proprio a Cerreto, in una casa della via che ha preso il suo nome, nel 1687, e fu un membro della famiglia Saccenti, originaria di Volterra. A Cerreto ricevette la sua prima formazione culturale, poi si trasferì a Firenze e a Pisa dove terminò i propri studi, diventando notaio. Tuttavia rimase sempre legato al suo paese di origine: intorno al 1715 si sposò con una ricca cerretese, Costanza Braccini, da cui ebbe ben sette figli...

Per mantenere la numerosa famiglia, il Saccenti, in qualità di notaio, lavorò per i podestà (una sorta di giudice) di varie città toscane come cavaliere di corte, deputato cioè a tenere il registro degli atti giudiziari. Si interessò solamente di cause civili, in quanto voleva tenersi lontano dai tribunali penali poiché li riteneva profondamente corrotti. Spesso, di ritorno a Cerreto Guidi, dove abitava la sua famiglia, era invitato dai ricchi signori del borgo a diventare loro poeta: ebbe addirittura modo di partecipare a una cena nella villa medicea di Cerreto al cospetto del Duca, al quale recitò alcuni suoi irriverenti e sarcastici sonetti.
Morì nel 1749, e fu sepolto nella chiesa di Santa Liberata di Cerreto, la patrona (assieme a San Leonardo) di questo piccolo e delizioso borgo toscano.
Le sue poesie non furono mai pubblicate quando egli era ancora in vita, ma restarono tra le sue carte private; una prima edizione è del 1761, una seconda del 1789, uscita proprio a Cerreto.
Un piccolissimo assaggio tratto dai suoi molti componimenti, per farvi comprendere quanto fosse irriverente non solo nei confronti dei contemporanei, ma anche della grande tradizione letteraria (qui prende in giro addirittura Dante e il notissimo inizio del Purgatorio!):

Dal CAPITOLO XII:
Per correr miglior acqua alza le vele
la navicella mia, che al ponte a Signa 
varcò sicura, e mi salvò le mele....!


NICOLLE LOPOMO

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